Mi manca il profumo del cibo mentre attraverso le strade, gli schiamazzi dei bambini per le vie, ed il gioco “campana” o “pincaro” a saltelli su un piede. Il nascondino, Regina Reginella, Pinocchietto fa il mestiere, acchiapparello, figurine, le fionde e le cerbottane, lo “schiaffo del soldato”, i maschi-contro-femmine, le urla sguaiate di giochi scomposti.
Mi mancano i bambini che vanno a scuola da soli, i ragazzini che si baciano nei portoni, gli stivali di gomma, i vestiti riciclati dai cugini.
Mi mancano le mamme che allattano, i bimbi più piccoli nudi al mare, salutarsi senza conoscersi, fischiare e cantare per strada, camminare lentamente. Mi mancano quelle piccole innocenti indecenze, perché il sesso, lontano, rimane protetto fra le lenzuola.
Mi mancano i ritmi più lenti, il traffico meno intenso, attraversare gli incroci in diagonale.
Mi manca un silenzio mai avuto di profumo di mare incazzato, di ovattato posarsi di fiocchi di neve, di distanze fra gente, di respiro di aria pulita, di penombra di boschi, di bruma che sale fra i pioppi d’autunno, di scrosciare di acqua fra muschi, di profumo di funghi, di graffi di rovi, di foglie cadute, di orme palmate nel litorale deserto, di gridi d’uccelli rapaci. Mi manca la pace in un mondo di fretta, stonato, accelerato, assetato, mai sazio, distratto.
Non mi mancano prediche, ordini, voci, grida, rumori. Non mi mancano sottili parole che scavano fosse, cattiverie, percosse.
Non mi manca la pentola che bolle in attesa del pranzo, la solitudine e il buio di chi non ti guarda. Non mi manca la matita rossa e blu che ti traccia ferite nei quaderni di bimba. Non mi mancano le note e gli schiaffi, né il tempo bizzarro mai intonato col tempo dei grandi. Non mi mancano i fiocchi e i grembiuli, l’attesa snervante nel collegio di suore. Non mi manca l’andare nel mondo distratta e impaurita, le urla nel buio, gli incubi, il sonno perduto fra i mostri notturni.
Non mi manca il sorriso smielato di una maestra ipocrita e falsa. Non mi manca il catechismo con l’inferno, gli orrori, le urla del parroco a messa, la preghiera notturna mai ascoltata.
Non mi mancano le mille illusioni pian piano infrante dai calci di vita, non mi manca l’ignorante innocenza destinata a finire in liquame.
Non mi manca un’attesa spasmodica di ciò che avrei, a sorpresa e per caso, trovato nelle pieghe dell’etere solo dopo i quaranta.
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Regina reginella manca anche a me… faccio quattro passi da forbice, e ti saluto 🙂
Bellissimo post. la parte del “mi manca” è struggente.. quella dei ritmi piu lenti, della spontaneità, di qualche malizia innocente, lontana anni luce dal sesso.. alla fin fine quei momenti sono quelli che poi, dopo decenni, ti tornano alla mente, magari spinti da un profumo antico… e sono i più belli
@ i due affiatatissimi blogger:
gli anni ti invitano, a volte, a guardare indietro nel tempo… Ciò che mi manca di più in effetti è proprio il ritmo di vita più rilassato.
proviamo a riprenderci, anche solo un poco, magari per un giorno, quello che ci manca. perche’ spesso e’ li’ dentro di noi, li’ sotto, e ci stiamo seduti sopra senza accorgercene.
spero..
bel post 🙂
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