“Il nome della rosa” di Umberto Eco al di là dell’aspetto poliziesco che è emerso nella sua resa cinematografica è un libro che contiene molteplici messaggi. Quello che mi è rimasto particolarmente impresso fin dalla prima volta che lo lessi è il ruolo chiave che aveva l’atteggiamento verso l’ironia e la risata nello svolgimento della storia.
In uno degli ultimi capitoli, Settimo Giorno, Notte, (Il Nome Della Rosa – Umberto Eco – i Grandi Tascabili Bompiani 1984 – pagg. 467-482) c’è un lungo colloquio tra Jorge e Guglielmo all’interno della parte più inaccessibile della biblioteca, colloquio che riguarda il libro di Aristotele sulla Commedia, libro che effettivamente non fu mai trovato e che sembra parlasse della funzione educativa della satira e del riso. Tutto il libro ruota attorno agli sforzi di Jorge di celare l’esistenza del libro in quanto avrebbe potuto stravolgere elevando a filosofia e teologia il senso dell’umorismo che Jorge considerava di natura demoniaca ed eretica.
Perché questo riferimento?
Stiamo procedendo attraverso una strada che stravolge il senso dell’umorismo, la satira, il concetto stesso del divertirsi, in alcuni casi escludendolo da ogni possibilità di profondità reale, in altri casi rendendolo vacuo, superficiale e di fatto inutile.
Ogni cosa che può far ridere offende, per la satira i comici possono rischiare querele per diffamazione, e di fatto la reazione ormai diventata quasi automatica è proprio quella della denuncia. Ogni cosa dev’essere controllata, perché chi è potente, qualunque sia il tipo di potere che esercita, non debba essere oggetto di ilarità.
E quindi il divertimento viene svuotato, perde spessore diventando via via sempre più fragile. Diventa un semplice meccanismo riflesso della muscolatura facciale e del diaframma.
Quand’ero bambina e avevo soggezione di qualcuno mi dicevano di immaginarmi la persona che mi faceva paura seduta al cesso nell’atto di cagare, per sottolineare che tutti siamo esseri umani, tutti svolgiamo le stesse identiche funzioni corporali, comprese quelle meno nobili. Questo mi divertiva molto e perdevo un po’ il senso di timore reverenziale verso qualcuno che occupava una posizione di supremazia nei miei confronti (cioè praticamente tutti).
Tutti siamo uguali, siamo nati, siamo soggetti ad ammalarci, siamo destinati alla morte. E nell’arco della nostra vita tutti mangiamo, beviamo, pisciamo e caghiamo. Alti prelati, politici, maestri della finanza, capi di stato, star televisive, opinionisti, professionisti, giornalisti: fatevene una ragione: alla fin fine siamo tutti uguali e tutti finiamo a nutrire i vermi. Poco importa se questo avviene in una fossa comune o in una ricca tomba di famiglia coperta di marmi di Carrara.
La satira e l’ironia ci ricordano questo, ci ricordano che nessuno sfugge a questo destino e mettono alla berlina i comportamenti di chi vive come se fosse immortale, di chi si comporta come se fosse un dio. Questa è la ragione principale per cui quando un potere vuole essere forte e al di sopra del “popolo”, staccandosi da esso, la prima cosa che cerca di fare è stroncare la possibilità di una risata motivata, di quella comicità che scaturisce dalla messa in ridicolo di tali comportamenti divinizzanti.
Tutto ciò non avviene di botto, da un giorno all’altro, ma si insinua subdolamente giorno dopo giorno, attraverso un lento avvelenamento della capacità di ridere e attraverso un sovvertimento graduale del concetto di “sano divertimento”.
Il “sano divertimento” finisce per essere la vacuità delle trasmissioni televisive, che hanno il compito di eliminare lentamente i temi legati al potere dalle possibilità di far satira e ironia. Diventa un voyeristico stato di subeccitazione sessuale provocato in ogni momento e in ogni occasione attraverso balli ammiccanti di veline dalle chiappe sode e bene in mostra, capace di distogliere il pensiero dall’assenza totale di contenuti.
I giovani ormai si divertono solo attraverso l’ubriachezza e l’uso di droghe eccitanti. E’ diventato un fenomeno allarmante e di solito la reazione del mondo degli “adulti” (ma lo siamo veramente?) è quella di sbandierare la cosiddetta perdita dei valori come causa di questi comportamenti.
Posso dirlo?
SONO STRONZATE!
***I giovani bevono, sniffano coca, fumano canne come se bevessero acqua, si impasticcano di eccitanti per provare, attraverso lo sballo, un divertimento fittizio, dato che quello reale e genuino non sono in grado di reperirlo da nessuna parte.***
I giovani hanno BISOGNO di dissacrare, di ridere dei propri genitori e degli adulti in genere, di vederli come esseri umani che, appunto, pisciano e cagano come loro. E’ un bisogno forte pari a quello del sonno, fa parte di un processo di crescita indispensabile che, se si arresta, provoca una generazione di imbecilli, decerebrati, capaci solo di distruggere perché senza ironia non si può costruire nulla. L’ironia stempera il potenziale distruttivo dell’adolescenza, lo incanala, lo fa maturare trasformandolo invece in grinta, carattere, capacità di affrontare la vita.
I cosiddetti valori UCCIDONO, perché costringono ad una serietà innaturale dalla quale i giovani (ma non solo loro) cercano di sfuggire per una pura questione di sopravvivenza. E quando non ci riescono, sfogano col bullismo, con i comportamenti razzisti, con lo stupro, col vandalismo. Di fatto, con la morte.
Mister X spesso si è lamentato del fatto che viene osteggiato, e non ne capisce
I giovani non potranno più ridere degli adulti, l’aggressività insita nel passaggio adolescenziale sarà libera e a quel punto sarà un passaggio naturale quello di spalancare le porte alla formazione di ottimi soldati. Perché, si sa, le guerre (esterne o interne alle nazioni) non fanno ridere a nessuno.
N.B.: Luttazzi non me ne voglia, ma a me il fatto che uno sia famoso e gli altri non lo siano non mi fa molta differenza. Stimo e mi piacciono entrambi per ragioni diverse, a prescindere dalla loro reciproca fama.
***EDIT delle 19.00 (circa):
Dario Serventi mi fa giustamente notare che ho inserito una generalizzazione. La mia frase (vedi gli asterischi) non voleva indicare che TUTTI i giovani sono così. Ciò che intendevo indicare è che la perdita della capacità di cogliere la realtà in forma intelligentemente ironica può portare i giovani ad assumere quei comportamenti.
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Questo articolo stato segnalato su ZicZac.it.
Sacro Profano » » Il deterioramento e la perdita del senso dell’umorismo: la predisposizione di un popolo alla dittatur
La satira e l’ironia ci ricordano che nessuno sfugge al destino e mettono alla berlina i comportamenti di chi vive come se fosse immortale, di chi si comporta come se fosse un dio.
Carissima Uyulala, credo che la tua analisi della situazione sia puntuale come sempre e, purtroppo, non molto (oserei dire “per niente”) distante dal vero!
Si insegna ai bambini che non è bello ridere di qualcuno: forse bisognerebbe insegnare loro COME ridire di qualcuno…
Su MisterX poi è impossibile non essere d’accordo al 100000×100!!
Il suo modo di far ridere di coloro che meritano che di loro si rida (che si deridano) è così pulito che non può che essere ritenuto dannoso: è la voce del bambino che in mezzo alla folla ha l’onesta innocente di dire “ma il re è nudo”!!!
Un abbraccio, con affetto, Lisa
@ Lisa
Io nutro una profonda ammirazione per persone che come lui sono capaci di cogliere il lato umoristico di ogni situazione. Sono come le barzellette dei carabinieri: rido alle battute con una settimana di ritardo, ed ho un estremo bisogno di nutrirmi delle capacità altrui di fare ironia. Purtroppo so solo essere seria, e per quello ci vogliono meno doti
banale ribadirlo, ma sono davvero convinta che l’ironia sia una delle piu’ alte forme di epressione delle capacità “evolute” che dovrebbe essere nostra caratteristica. per essere ironici occorre conoscenza, curiosità, un pensiero a tutto tondo.
se fosse possibile, dovrebbero dare dei 10 a scuola per interventi ironici, altro che mettere una nota sul diario!
l’ironia non ha bisogno delle risate registrate in sottofondo come le pestate di pippo franco (a proposito di “pippi” da rottamare)
@ Clementinaolga
il guaio è che sembra che sia meglio non favorire le capacità evolute… 😥
Adotta clemente mastella, aderisci anche tu
http://adottiamomastella.blogspot.com
Ciao, perdona l’intrusione, ma parlando di ironia ti vorrei segnalare un blog umoristico su Berlusconi:
http://www.silvioberlusconitipensa.blogspot.com
Dai un’occhiata se ti va!
😆
Ciao Alby e benvenuto!
Il tuo blog sembra un’edizione berlusconiana di quello che prende per i fondelli Chuck Norris 😆
Diciamo che, come contenuti, è più orientato a tutto ciò che farebbe Berlusconi per il tuo bene e per la tua felicità, quindi credo che in questo si discosti da quello su Chuck Norris.
Comunque se ti piace segnala pure qualche tua frase e magari segnala pure il blog ai tuoi amici!
😉
Quando io faccio notare a mio figlio (6 anni) che su questa terra siamo tutti uguali, lui mi risponde: “si mamma, lo so, però io sono più uguale di loro!”
Sarà una dimostrazione di egocentrismo infantile o si starà preparando a diventare un uomo potente? 😯
A parte gli scherzi…credo che non si possa che essere d’accordo con quanto affermi.
PS mi hai fatto venire voglia di rileggere “Il nome della rosa”…
Ciao 😉
@ Pibua
Eh, poveri bambini… Quando scopriranno si aver ragione, ma alla rovescia…
“Sarà una risata che vi seppellirà” era lo slogan del ’68. Ma non li ha seppelliti.
Sono tutte cose che il sistema sa già, e per questo si è attrezzato con una satira di regime. Innocua, ma giusta per dare un contentino al popolo bue
@ Alberto
temo che stiano seppellendo noi, invece…
@ Oscar
infatti per chi esce dal seminato non c’è nessuna pietà
ogni riferimento a persone reali è casuale, immagino
@ NYer:
Ma CERRRRRRRRRTO!
dove sei sparita????
@ Clementina
non è che son proprio sparita ma a volte (un po’ troppe volte) i neuroni si sciolgono in uno stato di sol e recuperarne i singoli componenti finisce per diventare un’impresa…